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domenica 9 ottobre 2011

Siamo praticanti o caporali? parte quarta

Riprendo, dopo una lunga pausa, a tirare fuori dalla spazzatura le piccole, grandi storie che descrivono il rapporto tra praticanti e avvocati.
C'è un capitolo nuovo da inaugurare e mi sa che è il capitolo che tutti, più o meno frequentemente, abbiamo vissuto.

E' COLPA TUA!
In generale, ammettere di avere sbagliato è difficile. Sembra però che, per gli avvocati, sia proprio impossibile.
Come capitava al mitico Fonzie di Happy Days, che non riusciva neppure a pronunciare le parole "mi dispiace", così per molti avvocati è inammissibile ammettere di avere sbagliato.
Solo che, a volte, molte volte, gli errori vengono fatti ed allora il gioco è semplice: chi è il "soggetto" più vicino all'avvocato che deve solo subire e non può permettersi di replicare ad ogni sua farneticazione?
Esatto!!!
Ricordo quest'avvocato che, in udienza, venne ripreso dal Giudice perchè la sua istanza era palesemente errata, in quanto applicava una norma abrogata da almeno dieci anni.
L'avvocato non poteva certo tollerare questa umiliazione e, allora, chiamò in prima fila, nel banco del difensore, la propria praticante e, davanti ad un'aula piena, iniziò ad inveire contro la poveretta che, colmo dei colmi, neppure aveva mai visto quell'atto!
"Siete tutti uguali! Ignoranti e pretendete di diventare avvocati. Ci vuole ben altro che una faccia carina, gli atti bisogna leggerli e rileggerli. Sig. Giudice, le chiedo scusa anche a nome di questa ignorante"
Voi capirete bene che la ragazza, che corse fuori dall'aula in lacrime, non prese bene neppure il successivo discorso riparatore del capostudio.
"Scusa se ti ho dovuto dare una colpa che non avevi, capisci bene che non posso compromettere la mia fama per un errore simile. Tanto tu hai un sacco di tempo davanti per rimediare a questa figuraccia.
Oggi, comunque, per premio puoi arrivare in studio un'ora dopo".
La ragazza, con un moto di orgoglio, in studio non ci passò più e oggi, a distanza di tanti anni, è felicemente impiegata in un'assicurazione. Resta il dubbio, stile sliding doors, di che cosa sarebbe successo alla sua vita se non avesse avuto la sventura di finire in studio con un imbecille.

La frase che da il titolo a questo capitolo è, in effetti molto abusata soprattutto per quanto riguarda la redazione degli atti e, a questo punto, bisogna intendersi.
Si suppone che un praticante non sappia da subito redigere gli atti ma debba fare pratica proprio per imparare, piano piano, a scriverli bene.
C'è un capo studio, invece, che di suo non sa fare granchè e pretende che i propri praticanti, si circorda infatti di decine di sottoposti, siano in grado, da subito, di sfornare atti, anche difficili.
Il problema è dopo, in quanto il capo studio non è minimamente in grado di correggerli.
Allora non può fare altro che prenderli per buoni e, al momento del dunque, davanti al collega, al cliente o in udienza, si salva sempre in questo modo: se l'atto è corretto, è merito suo. Se l'atto presenta qualche errore, tanto più grossolano, il demerito è "di quel cretino che mi porto dietro ma, sai, è un caso umano, me lo hanno raccomandato ma proprio non è capace di fare l'avvocato".

C'è stata però una volta in cui la frase "è colpa tua" sarebbe stata realmente appropriata ma non è stata proferita.
C'era infatti un amico collega, all'epoca praticante, che aveva un suo feticismo: nelle notti in cui aveva, come dire, alzato il gomito, tornava in studio e, indossata la toga del capo studio, adorava avere rapporti sessuali, ovviamente con la propria storica fidanzata, mica con altre ragazze...
Il problema capitò quando, una notte, la passione amorosa lasciò un vistoso segno sulla toga, non percepito nella immediatezza ma subito riscontrato la mattina dopo in udienza, quando l'integerrimo capo studio, indossata la toga del peccato, si immergeva, davanti ad un Tribunale annoiato, nella sua immancabile prosopopea.
L'imbarazzo fu solo dei pochi che si accorsero della nitida patacca sulla toga ma l'avvocato, che volava troppo alto per simili mortali faccende, non riuscì mai a ricollegare nè la natura della macchia nè la sua paternità.


Se ci fossero state indagini stile Perugia, la avrebbero sicuramente attribuita a qualche sfigato extracomunitario piuttosto che al praticante di nobili discendenze, ma queste sono altre storie...

SEX

Per una volta, il settore sex non evoca soprusi o molestie insopportabili ma un ben più accettabile "do ut des".
La storia, però, parte da lontano, quando una avvenente studentessa, nel corso di una pizzata al termine di un ciclo di lezioni universitarie, riusciva a concupire il proprio professore.
Segue il più classico trenta e lode e, in rapida sequenza, tesi di laurea, laurea e nomina ad assistente di quella materia.
Visto che il professorone era anche avvocato, il rapporto diventa più solido e la ragazza si trasforma nella sua praticante.
Tutto sembra filare secondo copione: la ragazza diventa, di fatto, la capo studio ed ha uno stipendio che, anche oggi, farebbe gola: 4.000.000 di lire al mese per seguire tutte le necessità dello studio, e del capostudio.
Il canovaccio sembra scorrere per il verso giusto anche quando il matrimonio del Professore viene ovviamente sciusciato (chi avrà fatto le telefonate anonime alla moglie?).
Il passo successivo, che nella realtà sarebbe dovuto essere un nuovo matrimonio dopo il divorzio, diventa però impervio e, come dice il proverbio, chi la fa l'aspetti.
Il professore si invaghisce di una nuova, e più giovane, fanciulla e, rapidamente, convola a nuove nozze con questa e non già con la sua Geisha.
La nuova moglie, però, sa troppe cose ed al neo maritino pone un piccolo vincolo: da ora in poi, nel tuo studio solo maschietti, e anche brutti!
Non mi intendo di diritto del lavoro e non so se si tratti di una giusta causa; fatto sta che, dall'oggi al domani, la studentessa-assistente-praticante-amante-moglie in pectore si trovò in mezzo alla strada.
Niente paura però: giusto il tempo di riposarsi un attimo, la - un po' meno - avvenente ragazza riuscì a finire nel letto di colui che stava predisponendo il bando per la assunzione di legali in un importante comune ed è oggi tranquillamente sistemata in quell'ente pubblico.
E vabbè...
Avv. Alberto Filippini
Responsabile AbcMediazione