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sabato 26 marzo 2011

E se la Mediazione fosse la salvezza?

Piccolo prospetto della Giustizia Civile oggi.
Escludo dalle valutazioni l'Ufficio del Giudice di Pace, anche se è pacifico che si tratti di una Giustizia amministrata da soggetti che non hanno sostenuto nè vinto un concorso ma che, in quasi tutti i casi, hanno lavorato per tutta una vita in altri settori ed hanno poi deciso di arrotondare la pensione con una retribuzione a cottimo basata sul numero di udienze e di provvedimenti adottati.
Tutte brave persone ma non è sicuramente il Giudice al quale pensavano i padri della Costituzione.
Tribunale Civile: Le udienze, tranne rari casi, non sono più dirette da Giudici Togati ma da Giudici Onorari, scelti sulla base di criteri spesso oscuri e, in altri casi, ben chiari.
Anche loro lavorano a cottimo, celebrano le udienze ma non decidono, passano poi le carte a chi, per diritto concorsuale (e non mi soffermo su eventuali patologie...) è chiamato a decidere senza avere partecipato alla causa.
I tempi sono biblici, la categoria degli avvocati è mortificata fin dall'approccio nelle cancellerie e vista come un intoppo alla celebrazione di questi riti pagani.
Vinciamo, perdiamo e andiamo in appello. I tempi diventano leggendari e, comunque, alla fine di tutto, l'incertezza sui recuperi delle somme vinte o dovute si trasforma quasi sempre nella certezza di ulteriore ingiustizia.
Chi si sente appagato da questo stato di cose me lo dica e gli stringerò la mano.

Oggi è in vigore la mediazione.
I più accaniti detrattori sostengono che si tratti di un probabile tentativo, in parte ancora imperfetto, di privatizzare la Giustizia ed affidarla a mani insipienti ed inadeguate.
Personalmente, avendo costituito un organismo di mediazione, potrei anche dire di sentirmi sicuramente più adeguato di tanti Giudici (onorari, non mi permetterei mai con gli altri) che amministrano oggi la nostra Giustizia.
Non riesco a capire che differenza vi sia tra un mediatore che percepisce un tanto a causa da un Giudice onorario o di Pace che percepisce un tanto ad udienza ed ha anzi l'interesse a far durare quanto più possibile il procedimento.
Ritengo in ogni caso che il ruolo di avvocato, anche in questa fase, non verrà certo cancellato ma sarà anzi valorizzato, proprio perchè spetterà a lui, a noi, collaborare nella fase più delicata che vi sia in una controversia, il raggiungimento di una transazione. 
E, dopo il primo momento in cui tutti, rispettivamente, cercheremo degli equilibri, gli organismi privilegeranno quelli che, tra i loro mediatori, sapranno svolgere il loro incarico in modo equilibrato, col rispetto delle parti processuali e dei loro rappresentanti.
E i singoli avvocati si affideranno a quegli organismi dei quali conosceranno la serietà, come organizzazione e come qualità dei mediatori.
O vogliamo credere che il singolo privato sceglierà di affidarsi ad uno sconosciuto organismo o mediatore senza l'ausilio, l'assistenza, del proprio legale?
In fondo, si diceva la stessa cosa quando è stato introdotto il Giudice di Pace; si diceva che il privato avrebbe fatto a meno dell'avvocato e sarebbe andato direttamente dal Giudice a farsi scrivere l'atto di citazione.
Chi, in cuor suo, è in grado di dire che ciò sia mai avvenuto?

Gli avvocati, soprattutto i giovani, avranno dalla mediazione un triplice vantaggio:
il primo è legato alla professione, in quanto il numero meno elevato di cause consentirà a ciascuno di seguire meglio, e con maggiore buona volontà, ogni fase della mediazione.
Il secondo è sempre legato alla professione e riguarda una probabile maggiore celerità nella definizione delle cause e nei pagamenti delle rispettive parcelle.
Il terzo riguarda la possibilità di diventare mediatori e porsi alla pari con tutti gli altri, resettando quindi tutte le rendite baronali di posizione degli avvocati con maggiore esperienza o maggiore potere clientelare.
Si tratta di mettersi in gioco e capire quello che credo sia un principio fondamentale: ogni riforma, ogni modifica normativa, porta solo vantaggi alle giovani leve, perchè elimina i gap con chi ha maggiore esperienza ed agevola chi ha maggiore entusiasmo e freschezza mentale.
Io credo in questo e affronterò la novità con il dovuto spirito critico ma senza preclusioni preconcette, che non a caso arrivano maggiormente dalla Nomenklatura degli Avvocati, che dirigono Associazioni, Ordini, Consigli ed hanno tutto l'interesse, inconscio per carità, a mantenere le cose come sono adesso.
Su di una cosa, però, possiamo essere certi: 
l'attuale sistema giudiziario non amministra giustizia ed ogni tentativo di modifica non potrà certo peggiorarlo.
Saluti a tutti
Responsabile ABCmediazione
Avv. Alberto Filippini