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La Formazione è un'emozione

domenica 19 giugno 2011

ABC - Apertura Buste Candidati

C' è un corridoio, in quel grande formicaio del Tribunale, nel quale i giorni e i mesi scorrono silenziosamente lenti.
In effetti, non vi è praticamente anima viva e l'effetto lugubre è accentuato da un tappeto rosso terribilmente kitsch e da una lunga serie di quadri raffiguranti persone che, con uno  sguardo austero, sembrano voler convincere il passante più distratto di essere state importanti prima di morire come tutti gli altri.
Confesso di non avere la minima idea di quali attività si svolgano, durante l'anno, in questo corridoio, al di là della esistenza di un utilissimo bagno per le più drammatiche emergenze fisiologiche, almeno non devastato quotidianamente da testimoni "imbarazzati" cinque minuti prima di deporre, o tossici che, tra un capo di imputazione e l'altro, si rinfrancano con la dose giornaliera.
Emergenze fisiologiche od anche di altro tipo, come quel collega avvocato che vi si rintanava per frequenti liaison con una cancelliera...

Ebbene, come per magia, vi è un giorno all'anno in cui tutto questo silenzio viene violato dalla massima confusione,  che trasforma la severità del luogo in un girone dantesco.
Quest'anno, la magia avverrà il giorno 21 giugno 2012, data nella quale, in un'aula di quel corridoio, verranno aperte le buste dei compiti degli esami di avvocato.
I commissari, riuniti in adunanza formalmente plenaria, inizieranno ad aprire, una per una, le buste.
Il Presidente, con voce impostata per il ruolo, leggerà il nome del candidato e vi associerà le votazioni dei tre compiti.
Il cancelliere, con piglio notarile, vergherà sul grande librone l'esito e scriverà affianco il destino del malcapitato: Ammesso o Non Ammesso.

Ma, al di là di quanto accade nel segreto della stanza, in relazione al quale parlo per sentito dire non avendo mai avuto l'onore di esservi ammesso, la vera babele incomincia dalle nove del mattino fuori  dall'aula.
Corpi sfatti dalla tensione, candidati che iniziano a pattugliare la zona come neanche la Nato in Libia, persone che si portano un bicchiere da casa da appoggiare alla porta per sentire meglio, amici dei meno forti di cuore che si aggirano per gli anditi chiedendo a tutti: "si sa qualcosa?"
Attendere lì davanti l'esito degli esami è uno stillicidio di emozioni, una inutile prova della resistenza delle proprie coronarie.
Si alternano voci vere con falsi proclami, oltre a tristi omonimie che fanno gioire e capitolare le persone sbagliate.
C'è anche una simpatica collega che, dopo non avere passato l'esame per diversi anni, attende questo momento per rimanere lì tutto il giorno, sperando di sentire il nome di qualche conoscente che non ha passato l'esame, al fine di poter essere la prima a dargli la cattiva notizia.


Ma se magia deve essere, che magia sia!!!
Non è solo il luogo a prendere vita ma vi è anche un'altra figura, normalmente grigia e sottostimata, che diventa, in quel medesimo giorno, oggetto di sorrisi, ammiccamenti e chissà quali altre attenzioni.
Ad un certo punto, infatti, più volte al giorno, si apre la porta dello stanzone misterioso ed esce lui:
IL CANCELLIERE!!!
E' lui che ha il potere di aprire e controllare, nel grande librone, i nominativi che gli vengono richiesti.
Appena esce, il rituale diventa il seguente:
Orde di candidati lo circondano e lui che cerca fintamente di farsi largo, come fosse atteso al Quirinale.
"La prego, controlli se c'è il mio cognome, se ho passato l'esame".
"No, controlli prima me, io sono il cugino del didino di suo nipote!"
"Ma no, ragazzi, non posso proprio farlo, il Presidente ha detto di no, che nessuno può dare informazioni"
Seguono i citati sorrisi, le moine e le profferte; alla fine di questo gioco annuale, il cancelliere rientra dentro con una lista di nomi, scritti su fogli, foglietti e biglietti della metro.
Quando esce di nuovo, IL GIOCO SI FA DURO: lui ha lo sguardo serio, che non lascia trasparire niente, manco fosse un concorrente del gioco dei pacchi.
Se individua il nome di uno che ha passato l'esame, si profonde in un sorriso e lo gratifica di un: "Complimenti!". Altrimenti, la consegna del bigliettino con l'esito infausto è silenziosa e lo sguardo, impotente, è di chi ha fatto tutto quanto in suo potere per fare il miracolo.
A queste comunicazioni seguono scene di giubilo o drammi autentici, amici e colleghi che festeggiano o consolano il malcapitato, ed ognuno che fa opposte considerazioni, a seconda dell'esito:
"Beh, se l'ha passato lui ho delle possibilità anche io"; Oppure, al contrario, "Oh no, se non l'ha passato lui io non ho proprio speranze..."
Queste scene si susseguono per ore e ore, fino a sera a volte.
Se la mia busta è tra le prime, infatti, il mio esito sarà trascritto e conoscibile già da metà mattina; al contrario, se sono tra gli ultimi, potrei veramente dover affrontare sette od otto ore di roulette russa.
Il mio consiglio è sempre stato quello di starsene a casa, lontani da quella bolgia ed anche dal Tribunale. La mattina del giorno successivo o, a volte, la stessa sera tarda, tutti sono messi in condizione di conoscere l'esito collegandosi ad internet.
Quanto a me, come sempre è avvenuto in questi anni, passerò ore di tensione, perchè in attesa di esito vi sono non solo numeri di soggetti che hanno frequentato un corso ma persone che hanno un nome, amici che hanno ognuno una propria storia, emozioni ed un sogno che spesso, molto spesso, mi onorano di condividere.
Un grosso abbraccio e i migliori auguri a tutti, vi devo molto.

Avv. Alberto Filippini
Responsabile ABCMediazione

venerdì 10 giugno 2011

Dotti, Medici e Sapienti

Ho un amico di infanzia al quale, con tutti i suoi difetti, sono molto legato.
E' un libero professionista ma, pur amando da impazzire la sua professione, è sufficientemente disincantato per vederne le magagne, le illogicità, i punti di crisi.
Essendo cresciuto, come me peraltro, a pane e Sex Pistols, è riuscito a mantenere un non so che di anarchico in quello che fa, pur essendo comunque parte del sistema. 
Gli viene riconosciuta una certa bravura nel suo mestiere ed avrebbe potuto benissimo omologarsi e campare, più che bene, dei proventi della sua attività.

Invece, si è messo in testa di percorrere strade nuove, esplorare, vivere successi ed insuccessi come parte ineliminabile della vita ma sempre fuori dalla righe che altri hanno tracciato.
Adesso, per esempio, è da un anno che sta faticando dietro a un nuovo settore della sua professione. 
Ha sbattuto il muso contro la burocrazia, ha investito soldi, risorse fisiche e mentali, si è incaponito di fronte agli iniziali rifiuti, alle prese in giro, alle concussioni subite.
Finalmente, la settimana scorsa è riuscito ad ottenere la abilitazione che stava inseguendo da dodici lunghi mesi.
Tanto il fatto è comunque innovativo, che il giornale locale lo ha intervistato ed ha pubblicato un articolo sulla sua sudata conquista.
Mi ha chiesto cosa ne pensassi della sua nuova iniziativa ed io, da profano della materia, sentivo di non avere adeguati strumenti per rispondergli.
E' vero, tantissimi amici e conoscenti lo hanno chiamato e si sono congratulati con lui.
Avere persone che ti vogliono bene è importante ma il loro parere, i loro incoraggiamenti possono essere a volte fuorvianti, proprio perchè dipendono dalla benevolenza con la quale
gli amici ti guardano. I molti complimenti, pertanto, non erano a mio avviso
ancora indicativi della bontà della iniziativa.
Oggi, invece, il mio amico mi ha incontrato e mi ha detto che il suo Consiglio dell'Ordine ha aperto un procedimento disciplinare nei suoi confronti, proprio in ragione di questa nuova attività e della intervista sul giornale.
Senza spiegare quale sia stata la violazione commessa, gli è stato dato un termine per discolparsi.
 
In un lampo, tutto si è fatto chiaro nella mia mente e, come all'esito di una controprova matematica, ho capito tutto. Ho guardato il mio amico, l'ho abbracciato e, con un sorriso, gli ho fatto capire che aveva intrapreso la strada giusta.  


Al congresso sono tanti, dotti, medici e sapienti, 
per parlare, giudicare, valutare e provvedere,
e trovare dei rimedi, per il giovane in questione.
Questo giovane malato, so io come va curato
ha già troppo contagiato, deve essere isolato




Avv. Alberto Filippini
Responsabile ABCMediazione